Viviamo in quella che Zygmunt Baumann definisce “Modernità liquida” caratterizzata da un livello di complessità e frammentazione che,osservata secondo le categorie tradizionali può facilmente essere percepita come caotica e disordinata. La potenzialità che il singolo individuo dotato di accesso ad Internet con una media alfabetizzazione digitale ha a disposizione per poter accedere ad una quantità di informazioni pressoché illimitata,esprimersi e condividere con altri interessi e passioni, e’ un dato che sta modificando radicalmente la nostra società.
Un cambiamento per la prima volta nella storia che non nasce dall’alto ma dal basso, da un sistema che non si basa su un’organizzazione gerarchica ma su una logica di network in cui le dinamiche di interconnessioni tra utenti determinano aggregazioni fluide e volontaristiche. Siamo arrivati a quello che Malcom Gladwell definisce il “Tipping Point” ovvero il momento in cui una tendenza smette di essere propria di un numero ristretto di persone ma supera un dato picco e si propaga in maniera rapita e decisiva su tutto il resto della società’.
Quali sono le principali conseguenze di questo cambiamento in cui il singolo individuo digitalizzato può permettersi di accedere ad una quantità di informazione pressoché infinita, produrre e condividere senza barriere di accesso contenuti multimediali?
In primo luogo quello che viene messo in discussione e’ il concetto di gerarchia, all’interno di un sistema in cui e’ l’abbondanza e non la scarsità la caratteristica preponderante, e’ necessario saper gestire una mole impressionante di dati e informazioni. La gestione di questo genere di realtà necessita del ricorso alla tecnologia: e’ infatti impensabile, oggi, poter gestire,gerarchizzando, l’informazione per esempio presente nei database dei motori di ricerca, siti di social networking o piattaforme di condivisione contenuti.
Non si tratta di selezionare le informazioni da fornire insieme ad una interpretazione della realtà: si tratta di permettere alla totalità di informazione prodotta di essere depositata e resa fruibile attraverso la tecnologia stessa. Un  testo chiave per comprendere questo fenomeno e’ The Wisdom ofCrowds in cui James Surowiecki articola l’affascinante tesi secondo cui gruppi numerosi di persone  sono comunque maggiormente”intelligenti” di qualsiasi “elite” specialista nel risolvere problemi,creare innovazione e persino predire il futuro.L’intelligenza collettiva degli utenti Web e’ più indicata di qualsiasi singolo esperto nel determinare i significati e le connessioni tra i miliardi di documenti presenti on line. Un esempio? Il Pagerank, l’algoritmo che Google usa per determinare la gerarchia delle pagine mostrate nei risultati di ricerca in funzione della parole chiave digitata, deve il proprio successo proprio al fatto che, analizzando i link presenti sul Web, capitalizza l’intelligenza diffusa generata dagli utenti di Internet che con le loro discussioni, opinioni, e quindi link alla pagina menzionata, determinano collettivamente le connessioni tra i siti.Wikipedia e’ forse l’esempio più rappresentativo del tentativo di valorizzare una moltitudine di utenti che interagiscono con la piatta forma tecnologica nel tentativo di organizzare e condividere il sapere universale.
Sicuramente ci sono aspetti controversi, principalmente legati alla inattendibilità delle informazioni presenti e anche a veri e propri tentativi di manipolazione: comunque ad oggi Wikipedia rimane lo strumento enciclopedico che vanta il maggior numero di voci contenute ed un tasso di inesattezze non lontano da quello delle enciclopedie tradizionali.
La logica del Network della comunità di persone consente di generare una progettualità condivisa che dimostra di avere una potenzialità superiore a qualsiasi struttura organizzata e gerarchizzata. La comunità infatti e’ in grado di esercitare un controllo sociale che si basa su comunanza di valori e atteggiamenti in grado di minimizzare gli usi fraudolenti od interessati.
Questa a mio avviso rimane uno degli aspetti più interessanti ed anche per certi versi controversi della società digitale: come e’ possibile conciliare  accesso universale delle applicazioni prive di un centro che filtri e controlli e minimizzarne nello stesso tempo gli utilizzi fraudolenti? Laddove queste applicazioni raggiungono una determinata soglia critica e’ la comunità stessa che si occupa di esercitare un controllo favorendo l’affermazione di una identità digitale degli utenti basati sulla reputazione e sul corretto comportamento.
Questo focus sull’utente-consumatore e’ il motivo della trasformazione operata dalle tecnologie nei confronti dell’organizzazione sociale pre-digitale. Il concetto di relazione presuppone e impone nel rapporto una interazione basata sul feedback e questo modifica fortemente la logica dei rapporti tra le organizzazioni ed i singoli. Vi e’l’affermazione di forme di democrazia diretta e partecipativa che modificano le forme tradizionali di partecipazione civile, sociale,politica ed economica. Molti di questi concetti in realtà non sono una novità del Web 2.0 ma erano parte integrate della vision dei creatori del Web; quello che rappresenta una assoluta novità e’ il livello di scalabilità assunto da questi fenomeni, scalabilità resa possibile dalla tecnologia.
L’effetto combinato della diffusione della banda larga e della riduzione dei costi di storage e computing ha reso possibile la diffusione di applicazioni peer to peer che generano collaborazione peer to peer.I principi di relazione, organizzazione, informazione che stanno determinando l’affermarsi della applicazioni in ambito web 2.0 spostano le aspettative di milioni di utenti verso forme di relazione e socialità nuove che non rimarranno esclusiva di questo ecosistema.I paradigmi che si affermano in questo ambito possono rappresentare una potenziale fonte di innovazione sia in ambito politico, sociale ed economico.
Gli innovatori potranno utilizzare in ogni ambito questi paradigmi per modificare, aprire i propri sistemi all’interazione con i propri utenti e beneficiare dell’intelligenza cosi’prodotta.Sicuramente non si tratta né di un passaggio semplice ne’ indolore: il passaggio da una economia dominata dalla scarsità presente nel mondo fisico all’abbondanza che caratterizza la dimensione digitale comporta un rovesciamento di “cultura” senza precedenti.
Kevin Kelly utilizza l’esempio del fax per spiegare questo concetto. Al costo dell’acquisto di un fax si entra in possesso in realtà della rete e delle connessioni composta dai 18 milioni di apparecchi presenti al mondo. Ogni singolo fax venduto incrementa il valore del singolo fax. Questa teoria contraddice immediatamente due degli assiomi fondamentali ereditati dall’epoca industriale.

Il valore nasce dalla scarsità.

Quando i beni abbondano si svalutano.

La logica della rete ribalta completamente questo approccio tipico del mondo industrializzato. In una economia di rete il valore deriva dall’abbondanza,proprio come il valore del singolo apparecchio cresce man mano che i fax vengono introdotti ovunque.La possibilità di innovazione e’ strettamente collegata alla apertura dei sistemi e delle connessioni che questi sono in grado di generare al di fuori di essi.
Per dirla con la terminologia di Luhmann, la “Riduzione di Complessità” operata dai sistemi, deve comunque consentire al sistema di aprirsi all’ambiente per riprodurne parzialmente la complessità se non si vuole correre il rischio dell’auto referenzialità e dell’entropia.Questo tema e’ assolutamente trasversale come ho più volte accennato: prova ne e’ il successo che l’utilizzo di piattaforme di comunicazione come blog, YouTube ed altri stanno riscontrando nella comunicazione politica. In particolare negli Stati Uniti ma anche nelle recenti elezioni in Francia, l’utilizzo da parte dei candidati di queste applicazioni sono state in grado di mobilitare ed attrarre l’attenzione di un numero molto elevato di persone che decidono di confrontarsi pubblicamente sui vari temi trattati. Questa apertura obbliga il politico a prendere posizioni chiare e trasparenti nei confronti del proprio elettorato che può verificare la coerenza dell’operato rispetto alle posizioni assunte, ma offre anche la possibilità di beneficiare di feedback dei propri sostenitori o dei critici che gli consentono di orientare la propria attivita’.
L’aumento della partecipazione e’ quindi correlata al livello di relazioni che il candidato riesce ad instaurare ed il livello di feedback che riesce ad ottenere: elementi che sono il corrispettivo della trasparenza e della propria reputazione digitale. Lo stesso concetto e’ valido per rappresentare le relazioni che avvengono tra le aziende ed i consumatori.
In una economia dominata dalla scarsità e dalle alte barriere all’ingresso rappresentate dalla produzione e distribuzione fisica dei beni, gli sforzi del management sono concentrati ad interpretare i desideri dei consumatori e ad offrire dei prodotti che siano in grado di generare significativi volumi di vendita tali da garantire un profitto per l’azienda.
Con questo approccio i consumatori vengono differenziati in base all’appartenenza ad un segmento demografico che tende a ridurre le differenze individuali a favore di una categorizzazione di genere.
Chris Anderson in “The long tail” spiega come in una economia digitale dove la distribuzione e’ poco costosa e l’assortimento potenzialmente infinito diventi economicamente sostenibile distribuire prodotti di nicchia, la cui somma possa eguagliare i volumi generati dai prodotti di punta. In questo scenario il consumatore invece di essere inserito in categorie socio demografiche viene guidato all’interno del processo di acquisto dagli strumenti di aggregazione dell’informazione e dalle raccomandazioni degli utenti. Invece della ricerca di interpretazione dei gusti dei consumatori viene messa a loro disposizione la totalità dei prodotti a cui poi i consumatori giungono o per via di manifestazione di bisogno specifico o attraverso le raccomandazioni effettuate da altri consumatori.
Tutto questo e’ reso possibile poi da una tecnologia di analisi dei dati che mettendo in rapporto le associazioni tra le categorie di prodotti acquistati permette lo sviluppo di software di raccomandazione (quei programmi che consigliano gli utenti in base ai loro precedenti acquisti) sempre più sofisticati. Questo fenomeno e’ riscontrabile anche nell’analisi del numero di “playback” che vengono effettuati su YouTube, in cui il volume elevato viene generato da un numero estremamente ampio di video e la cui maggioranza e’ comunque costituita dai contenuti originali prodotti dagli utenti. Se non si fosse trattato di una applicazione digitale che consente l’aggregazione di quantità enormi di dati senza barriere di costi da sostenere per l’utente, questo fenomeno sarebbe stato impossibile da osservare e predirre.
Se ci soffermiamo ad analizzare questi fenomeni in ambito italiano quello che si può osservare e’ un grado di diffusione delle principali applicazioni web analogo agli altri paesi anche se con forti caratterizzazioni geografiche. Sicuramente lo sviluppo e l’alfabetizzazione digitale avviene in rapporto alla diffusione della banda larga che ne costituisce una condizione necessaria, quello che tuttavia rimane un aspetto peculiare e’ un basso tasso di adozione delle piattaforme di comunicazione digitale da parte delle aziende.
Si tratta di piattaforme che permettono la distribuzione di prodotti e servizi su canali innovativi con bassissimi costi di implementazione e in grado di penetrare nuovi mercati che bene si sposerebbero con il tessuto di piccole medie imprese italiano.In questo caso il basso tasso di alfabetizzazione digitale unito ad un atteggiamento culturale conservativo nei confronti delle tecnologie e dell’innovazione fa si che il tasso di adozione di piattaforme digitali di comunicazione e distribuzione sia minore, in Italia,rispetto ai paesi dell’Europa continentale e degli Stati Uniti.
Abbiamo osservato che esiste comunque una stretta correlazione tra tensione competitiva all’interno dei mercati, sviluppo di attività di ricerca di efficienza nelle attività di comunicazione e distribuzione e tasso di adozione da parte delle aziende di queste piattaforme. Maggiormente liberalizzati, aperti e competitivi sono i mercati maggiore è la tensione competitiva e quindi la ricerca di efficienza da parte delle aziende.
Lo sviluppo della tecnologia favorisce la nascita di nuovi ecosistemi e mercati altamente connessi tra di loro in cui il tasso di sviluppo genera innovazione organizzativa, sociale politica ed economica. La mancanza della domanda di base nasce appunto dal livello competitivo del sistema di mercato proprio di ogni Paese.
Questo punto dovrebbe essere nell’agenda di ogni leadership che voglia contribuire allo sviluppo di un ecosistema orientato all’innovazione e di cui la tecnologia e’ un elemento determinante. Sicuramente questo rappresenta un tema cruciale di dibattito tra le realtà che sviluppano applicazioni web e governi ed autorità garanti, resta il fatto che internet non può essere concepito con un centro che lo governi e bisogna poter pensare a delle strutture in grado di misurarsi con la complessità di un sistema completamente decentrato.Il tema del governo e la gestione della complessità è infatti intimamente legato allo sviluppo tecnologico, dato che è impossibile poter operare in questa realtà senza riprodurre all’interno dell’organizzazione una dinamica di comprensione e riproduzione della complessità che non tenga conto dell’utilizzo delle tecnologie. Lo sviluppo delle tecnologie e’ inoltre associato all’idea di trasparenza nei rapporti e per questo in grado di rendere più aperto il legame tra cittadini ed istituzioni, ma per potersi operare necessita di una predisposizione di apertura e di conoscenze condivise.
La scuola ha indubbiamente un compito cruciale in tal senso ma e’ il sistema sociale nel suo insieme che dovrebbe generare questa predisposizione di apertura culturale nei confronti della tecnologia.Come ho avuto modo di argomentare precedentemente, uno dei punti chiave e’ la qualità dell’accesso che permette la fruizione dei servizi avanzati del web sia in ambito di servizi stessi che di intrattenimento e di qualità dell’accesso che può essere garantito sia tramite linea fissa che attraverso forme di connessione in mobilità.
E’ evidente il rapporto in essere tra diffusione di banda larga e fruizione di servizi avanzati quali home banking, rapporti con la pubblica amministrazione, sistemi innovativi di e-commerce e di comunicazione tra utenti e di come questa innovazione necessiti di un livello di connessione di qualità a costi accettabili. La qualità della connessione favorisce la diffusione delle applicazioni il cui aumento di penetrazione genera il formarsi di un ecosistema digitale che aumenta il tasso di innovazione generale.
Il tema dell’ inclusione all’interno di questo sistema di intere aree di popolazione ad oggi escluse rappresenta un tema cruciale, attuale e di necessaria soluzione. Il potere, oggi, passa dalle mani delle organizzazioni che gestiscono dall’alto l’economia della scarsità ad una società in cui gli individui gestiscono le proprie attività in maniera più autonoma e che alle organizzazioni, alle aziende, alle istituzioni, richiedono delle relazioni, non più solamente delle indicazioni.

Massimiliano Magrini

Pubblicato su “Non solo Blog” La tecnologia di cui avremo bisogno, a cura di Maurizio Guandalini ETAS Libri 10/2007