Nella mia esperienza professionale ho avuto l’opportunità di lavorare sia per startup che per aziende affermate e di grandi dimensioni. Più recentemente ho vissuto l’esperienza di una azienda nata come start up e divenuta una delle aziende di maggior successo della storia.

Ho imparato che le dimensioni contano e cio’ che ha senso ed e’ giusto fare in una start up e’ assolutamente non compatibile con le dinamiche di una azienda di grandi dimensioni, principalmente per 3 motivi:

  1. L’attitudine al rischio/rendimento/innovazione di una start up deve essere necessariamente alto, mentre in una azienda consolidata e’ assolutamente basso;
  2. Gli skills delle persone necessari nei 2 “frameworks” sono solitamente molto differenti se non a volte incompatibili;
  3. La legge dei grandi numeri obbliga le grandi aziende, nel migliore dei casi a focalizzarsi su pochi progetti in grado di produrre grandi ritorni e abbandona la sperimentazione su progetti di piu’ piccole dimensioni.

L’innovazione potenziale generata da molti progetti di piccole dimensioni rappresenta l’ecosistema nel quale proliferano le start up. La stessa dinamica si può osservare  nel Venture Capital, i grandi Fondi per essere più “efficienti” crescono di dimensioni e si focalizzano su un numero limitato di operazioni in grado, sulla carta, di produrre ritorni compatibili con le dimensioni del fondo. In uno scenario come quello attuale in cui le exit, l’uscita del fondo dalle società finanziate, offre meno opportunità di quotazione sui mercati e più attività di M&A, obbliga i fondi a prolungare la permanenza nelle società fino al raggiungimento dei paramenti di valutazioni compatibili con le aspettative di ritorno dei fondi.

L’Angel investing strutturato viceversa, e’ emerso negli ultimi anni come struttura ideale per rendere efficiente l’investimento in start up, partendo da un’attitudine al rischio necessariamente maggiore può permettersi di supportare più iniziative con una minore richiesta di capitale e con attese di rendimenti in linea con le dinamiche del mercato attuale.

Se il mercato di uscita di queste start up e’ principalmente rappresentato dalle aziende di grosse dimensioni che fanno outsourcing del processo di Innovazione, le dimensioni di equity e di attese di ritorno giocano in favore dell’ Angel investing strutturato, rispetto alle dinamiche dei fondi di Venture Capital tradizionale, a patto che sappiano coniugare l’imprenditorialita’ con l’approccio quantitativo e strutturato.

Questo e’ particolarmente vero per il contesto italiano, dove le possibilità di fare poche grosse operazioni sono scarse, mentre esistono le condizioni per il sostegno ad un numero elevato di iniziative che vedano il potenziale mercato di uscita nel bisogno di innovazione delle aziende consolidate. Oltre ad una domanda di mercato, il sostegno allo sviluppo di nuova impresa svolge anche un ruolo sociale. Si potrà confidare a mio avviso ad una ripresa economica ed alla creazione di nuova occupazione soprattutto per le nuove generazioni, solo se si potranno realizzare concretamente aziende in grado rispondere positivamente al bisogno di innovazione che la nostra società esprime. Il creare un clima favorevole alla nascita di nuova impresa,che sviluppa concretamente innovazione dovrebbe essere messo in cima alle priorità di una agenda di politica economica.